L'aurora è silenzio e preghiera, è la lunga marcia di chi si arrampica per 104 gradini per arrivare alla spianata del tempio dove offrirà fede e troverà conforto. Profuma d'incenso, l'alba della Swhedagon, con una luce leggera che non illumina ma accarezza i colori: l'oro non brilla ancora, il bianco dei templi è ombrato di grigio, l'azzurro del cielo appare velato. Qui risplendono 8688 lastre di prezioso metallo giallo, insieme a 5448 diamanti e 2317 tra rubini, zaffiri e topazi. E intorno a tanta opulenza, la Birmania dei fedeli, pii e poveri, inginocchiati nel luogo "dove si avverano i desideri". Rangoon non è più capitale, è stata spostata a Naypyidwa per ragioni di sicurezza, ma resta il primo approdo di chi visita il Paese delle Pagode d'oro. Ce ne sono ancora decine e decine nella piana di Bagan, la più straordinaria città religiosa del mondo, una giungla di guglie, torri e pinnacoli. Fra l'XI e il XIII secolo vennero eretti qui 13 mila templi: ne sono rimasti pochi, rispetto ad allora, ma sono splendidi. Ci sono Mandalay, le spiagge di Ngapali, lo stato Shan. E il lago Inle, dove i pescatori remano con i piedi e una pagoda è dedicata ai gatti che saltano, allenati dai monaci: asticella a un metro, mance in dollari. Miracoli della fede.